Il design

L’amore per gli oggetti

 

Se, per la maggior parte delle case, è corretto pensare che rispettino il gusto e lo stile di vita di chi le abita, nel caso della Villa l’affermazione è più che mai fondata. Bighi viveva stabilmente a Milano, dove lavorava, ma dedicava a questo edificio tutta l’attenzione e le cure che solitamente si riservano agli oggetti figli di un pensiero intimo e profondo.

Gli interni negli anni '70

Concepita come “salotto buono” in cui accogliere le persone, la Villa divenne con gli anni, il contenitore dei ricordi, dei frutti raccolti durante le esperienze vissute: come un diario ha raccolto testimonianze, passioni e rarità, fino a diventare uno scrigno colmo di tesori, prezioso esso stesso per l’alta qualità e originalità della struttura architettonica. Accanto a cimeli, opere d’arte e pezzi d’antiquariato, percorrendo le stanze della casa, ci possiamo imbattere in alcuni oggetti di design, ieri esempi dell’innovazione che Bighi respirava a Milano e importava in campagna, divenuti oggi pezzi mitici del design internazionale.

Sono conservati all’interno della Villa:

  • Lampada da terra TOIO, design Achille e Giacomo Castiglioni, 1962 prodotta, ancora oggi, per Flos
  • Lampada da terra SIRIO T, Kazuhide Takahama, 1977, prodotta da Nemo
  • Poltrona SACCO, design Gatti, Paolini, Teodoro, 1968, oggi prodotta da Zanotta
  • Telefono fisso automatico S62, Sit-Siemens,1962, fuori produzione
  • Sedia con appoggia piedi in stile Bauhaus, ispirata al modello Hill House di Charles Rennie Mackintosh
  • Poltrone Sherif, design Sergio Rodrigues, 1961, fuori produzione

Oltre ai pezzi di design prodotti in serie e acquistati, Dante Bighi ha inserito nei rigidi volumi architettonici delle forme insolite,‘oggetti trovati’, recuperati durante i suoi lunghi viaggi nel mondo, e resi pezzi unici di design, come si vede nelle immagini sottostanti.