LA CARRIERA DI GRAPHIC DESIGNER

Nato a Copparo, quarto figlio di Adelmo e Delfina, Dante Bighi abbandona presto la provincia ferrarese per studiare al liceo artistico di Bologna prima, di Modena poi e, successivamente, iscriversi alla IUAV di Venezia, facoltà di architettura, che abbandona dopo i primi tre anni. Lo aspetta infatti il primo lavoro da grafico pubblicitario a Castiglione Olona, in provincia di Varese, presso la “SIC Mazzucchelli Celluloide”.

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Il riconoscimento del suo talento è immediato: nel 1958 i suoi lavori compaiono su “Pubblicità in Italia” e “La pubblicità”; nello stesso anno vince la medaglia d’oro al Premio Nazionale della Pubblicità (premio di categoria per il Catalogo). È in questa occasione che l’artista-pubblicitario Dino Villani si accorge di lui e nasce tra loro un rapporto di stima ed amicizia.

Milano è la città in cui troverà fortuna e ispirazione, a partire dal 1960, anno in cui fonda suo “Studio grafico e di consulenza tecnica”, in Corso Sempione 75. In questi anni entra nel vivo della cultura milanese. Partecipa in modo attivo, e con eccellenti risultati, a quella che viene definita, in ambito pubblicitario e grafico, la “scuola milanese”. La cultura al progetto visivo e all’immagine coordinata ha fatto sì che alcuni suoi celebri marchi siano ancora in uso, come Camera di Commercio di Ferrara e Università Bocconi di Milano. Di molti altri non più in uso, alcuni di voi ricorderanno le fattezze: Provincia di Ferrara, Milano Assicurazioni, Illy caffè, Phonola, DS domenica sportiva, D’ARS periodico di cultura e comunicazione visiva.

Bighi ha creato campagne pubblicitarie per aziende cardine del Made in Italy: IBM Italia, Gamma Film per la Domenica Sportiva, Necchi, Italia Assicurazioni, Metropolitana di Milano, Velicren, Malpensa Milano, Ceramiche Pozzi, Gelati Motta, Philips, Ignis, Miralanza, Sweda, Teatro La Scala di Milano, Gavina e molte altre firme legate, in quegli anni, alla crescente cultura industriale.

Nel 1984 Bighi riunisce all’interno di un libro tutti i marchi di fabbrica che ha disegnato e realizzato fino a quel momento; il volume è stampato in monocromo su carta ruvida uso mano e intitolato Traccia personalizzata/Personal mark.