Villa Bighi è un piccolo labirinto della poetica delle piccole cose. Villa Bighi è la favola che nemmeno un bambino sarebbe riuscito a creare. È il luogo in cui un artista ha raccolto tutta la sua vita, la sua immaginazione, il suo amore. Chi visita la sua casa immagina Dante Bighi come un fanciullino che “mette il nome a tutto ciò che vede e sente”, che “tiene fissa la sua antica serena maraviglia” per il mondo che ha toccato. Nei suoi muri, nei suoi quadri, nei suoi suovenir di luoghi lontani sembra risuonare quella “vocina del bimbo interiore” che “invita forse e aiuta, mancando l’altro chiasso intorno, ad ascoltarla nella penombra dell’anima”.Marco Zavagli
L’impressione è quella di entrare nella nuvola di un fumetto, in quelle in cui il segno e il linguaggio raccontano una vignetta, una storia, un racconto popolare. Varcando le soglie di villa Bighi si entra in una dimensione creativa, ironica, surreale e tecnica. La storia dell’uomo artista è quella degli oggetti raccolti nel mondo durante la vita di questo poliedrico esponente dell’arte e del design contemporaneo.Dante Bighi è genio irriverente, capace di sconvolgere i piani, trasformare le lettere in piante architettoniche, trasferire automobili e pezzi di nave sul prato; ti sembra di averlo sempre conosciuto e che, oggi, sia ancora seduto su quelle comode poltrone in attesa di alzarsi per suonare la campana. Il suono segna l’istante, svela il segreto di quel collezionista di umanità che rilegge e declina i tratti sociali di un intero secolo, incrociando come in una improvvisazione jazz lo sprint dell’edonismo reaganiano con il fumo acre della casa del popolo.
Paolo Marcolini
Nel corso degli anni ho avuto modo di conoscere e seguire da vicino le attività del centro studi Dante Bighi. Mi hanno colpito la serietà e le professionalità con cui i diversi progetti culturali sono stati portati avanti, oltre che l’innovatività ed originalità dei loro contenuti.Fabio Donato
In una bellissima cornice verde, colpiscono soprattutto due cose di Villa Bighi: lo straordinario fascino di un’architettura insolita, immersa nel verde, e l’impronta artistica del grafico, nella struttura e nelle sue collezioni!Enrico Bassi
Il mio incontro con Villa bighi e le bravissime persone che la gestiscono è stato bello al punto che, oggi, mi sento parte di essa (mi scuso se ho esagerato). Inizierei dalla villa stessa che racchiude ancora oggi memorie di sperimentazioni artistiche di anni in cui Bighi la frequentava e la bellezza che l’immobile stesso trasmette, immersa in un parco in cui sono posizionati oggetti che poi diventano vere e proprie installazioni artistiche. L’intera équipe che la gestisce, e che io considero amici, è riuscita in questi anni a portare avanti in modo egregio il pensiero e la volontà di Bighi stesso, organizzando in maniera sistematica mostre e manifestazioni dove il denominatore comune è l’arte. Concludo ringraziando Maurizio, Diego, Massimo, David e non per ultima Elena, per tutto ciò che hanno fatto e che spero faranno ancora per molto per promuovere l’operato di artisti come me.Enrico Pambianchi
Un centro studi che è in grado di coniugare la valorizzazione delle produzioni artistiche di Dante Bighi con una visione di integrazione nel territorio sempre attuale.Nicola Rossi
È affascinante l’idea di poter valorizzare siti storico-artistici attraverso la collaborazione di professionisti giovani e preparati. È quello che succede a Copparo dentro la splendida cornice di Villa Bighi.Martina Berneschi
Dante Bighi è stato un vero poliartista ante litteram: oltre a grafico, poi architetto e designer, è stato lungimirante artista e indefesso viaggiatore. In particolare, nelle opere cosiddette Spremute, prodotte nei primi anni Sessanta, soprattutto laddove il materiale di base è cartaceo, ho riconosciuto un prototipo verso la futura poesia visuale. Ma sono stati i suoi libri-oggetto a impressionarmi: realizzati in un’epoca in cui ancora nessuno si era azzardato a concepirli, queste rarità librarie diventano antesignane di opere che faranno la storia dell’arte del secondo Novecento.Enzo Minarelli
Ogni volta che il Natale si avvicina, mi viene in mente un ricordo ricorrente. D’accordo con la mia mamma e le mie sorelle, compravamo la letterina per scrivere a Babbo Natale, che poi era lo zio Dante (ma a quel tempo non lo sapevamo) per la richiesta dei vari doni… Quanti abbracci e baci per i doni ricevuti. Ora lo zio non c’è più, però a distanza di tanti anni, mi fa piacere riportare alla mente questi piccoli e rari ricordi.Lucilla Foglia Lenzi